#lucastories: PLASMA YELLOW

Ovvero
come
farsi
prendere
in giro
da un amico.


Plasma Yellow.

Il “Veneto” è uno che non perdona. 😇
Brillante, sagace, pronto alla battuta (appunto) acuto nel pensiero.
Uno svejo, insomma.

Cerchiamo il campo, qui in garage non c’è ed io non ho un telefonino dell’ultima generazione come il tuo. 
(Ndr, un iPhone 8 😂 ) 
Guarda qui, di che colore è questa macchina? 
Gialla su fondo giallo. 
Guarda, già nella home page, poi vedi qui? 
Si pigia, etVoilà. 
Rosso, argento (vado per via breve) ed infine… 
Che colore è questo? 
Giallo! 
Vedi?
È giallo. 
E come si chiama questo colore? 
Giallo, vero? 
Guarda bene. 
Si chiama Plasma Yellow”.

Schiaffoni, sberle, cinque dita sulla guancia. 
Na’-Mano-In-Faccia.
Non me la perdonerà mai. 
E sarà un ritornello alla prima cazzata che dico.
Da ieri, 20 ottobre AD 2022, e per sempre.
Per fretta, per rincoglionimento senile, per superficialità o per distrazione, io quel ca”spita” di pulsante in home page non l’avevo visto o forse (se visto) mal interpretato.
Perché azzardarsi a dire che è ermetica la ricerca del colore sulla home page sarebbe come tirare giaculatorie in San Pietro durante la messa di Natale al momento dell’Esposizione del Santissimo.
Non si pensa neanche.
S A C R I L E G I O!
Plasma Yellow. 
Un viaggio per andare a prendere Plasma Yellow e le conseguenti sberle.
Per ritrovarsi, finalmente dopo ben dieci mesi, al volante di una Subaru.
Un’astinenza insopportabile sopportata come un flagello divino, una di quelle cose ineluttabili che ti devi adattare a ricevere perché la vita ha detto che “devi morì”. 
Senza una Subaru tra le mani con la quale scorrazzare in lungo ed in largo per gli italici territori.
Terrificante come le Piaghe dell’Egitto.
Per me.
Come l’asino che torna a casa sempre per la stessa strada, asino conclamato dalla questione Plasma Yellow, alla tangenziale di Milano segue la A1 fino a Parma, l’asino imbocca la Parma/La Spezia, la CISA insomma, e l’asino si trasforma. 
Diventa una bestia.
Questa volta è stato, il passaggio della CISA fino a La Spezia, ancora più divertente delle altre volte. 
Forse ha avuto peso la lunga astinenza, forse il meteo, forse i “clienti” in salita verso il passo ed in discesa. 
E per fortuna, per i clienti, che sulla CISA ci sono i cantieri che hanno avuto la funzione di rallentare l’andatura.
Le chicane.
Della pista.
Non che fosse chissà cosa la velocità ma la CISA ha certe curvette che anche solo a codice diventano molto divertenti.

Avevo una spoiler che facilitava l’andatura non proprio da asinello, sfanalava lui per me. Piccoli lampi convincenti a farsi da parte. Decisamente più potente, lotta impari con quei quattro anelli di quel tipo ma il tizio, nonostante la targa svizzera, deve aver osservato gli specchietti e deciso che avremmo potuto pazzeggiare un po’.
Ed a dispetto del blasone condotto (a me da sempre antipatico come un granchio sulla pancia) riconosco allo svizzero viandante uno stile ed una correttezza da persona per bene. 
Insomma una di quelle storie autostradali condotte sul puro piacere della guida divertente in tutta sicurezza.
Frenate prudenti, distanza di sicurezza, freccia nei sorpassi, traiettorie pulite, mai una sbavatura, un’imbardata. 
Soprattutto mai uno appiccicato all’altro.
L’occhio sempre agli specchietti.
Soprattutto, lo svizzero che conduceva il balletto, mai a ridosso della macchina davanti a lui.
Lo capisci dai freni, gli stop, come guida quello davanti.
Tanto di cappello.
Corretto.
Sempre.
Insomma tutto è filato liscio ed è stato molto, molto, divertente.
Ci siamo salutati poco dopo Pontremoli, avevo bisogno di caffè (forse il ??? Boh? Meno di dieci ma sicuro più di cinque) e di comprare le castagne. 
Un modo elegante per cedere le armi e non stare lì a tirarla all’infinito.
Bello.
E’ stato bello, intenso. 
Durato poco.
Non doveva durare di più.
Lampeggi.

Come è andata la XV?
C’è bisogno di scriverlo?
Aveva 257 km quando l’ho presa.
Nuova!
Non potevo mica fare il matto.
Fantasia?
Realtà?
Chi lo sa.
Non mi manca la fantasia per inventare una cosa del genere.
Non mi manca la faccia tosta per averla fatta e vissuta.
Forse solo il “Veneto” lo sa.
Forse.



È stato un bell’elastico ad ogni ingresso ed uscita di curva, 
tanto per esser chiari.
Essì che pigiava. 
Lo svizzero.
Accipicchia se pigiava.

Sempre viva! / ©lucaromanopix

Lo svizzero.
A parità di mezzo lo facevo piagne.
😂
Le audi mi stanno troppo sulle palle.
Troppo.


QUESTA È 1 #lucastories©

©lucaromanopix, foto e testi. 
“Nulla” | AKA Luca Romano


CATCH THE RAINBOW
RIDE THE SKY 
MAKE IT SHINE 
FOR YOU AND I 
SEE THE LIGHT 
THROUGH THE NIGHT 
(Ronnie James Dio) 


luca romano
lucaromano@me.com

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🙃

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(Forse.)

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